Fabrizio Montanari
Ciao Fabrizio, qual è la tua attività?
Io sono Professore di Organizzazione Aziendale all’Università di Modena e Reggio Emilia e svolgo ricerche nel campo dell’organizzazione del lavoro, in particolare sui nuovi spazi collaborativi. Nel 2018 abbiamo condotto una ricerca finanziata dall’Università di Modena e Reggio Emilia e dalla regione Emilia-Romagna sull’impatto che gli spazi di lavoro “collaborativi” hanno sulle persone.
Il principale risultato emerso riguarda come le figure professionali, appartenenti ad ambiti diversi, lavorando tutte in uno stesso spazio possano crescere professionalmente ed essere maggiormente stimolate.
Hai scritto il libro “Ecosistema creativo: Organizzazione della creatività in una prospettiva di network.” qual è il focus di questo lavoro?
Questo libro affronta il tema delle dinamiche con cui i network possono influenzare la creatività. Il contesto lavorativo influisce molto sulla creatività e sull’azione delle persone. Il focus del libro si concentra sugli spazi collaborativi e di come questi facilitino l’incontro tra le persone e di conseguenza i network.
Secondo te quali caratteristiche deve avere un professionista per essere un coworker?
In generale si pensa che i coworker siano liberi professionisti, in realtà il range è molto più ampio. L’identikit è piuttosto vario poiché vi rientrano figure professionali appartenenti a varie realtà: dipendenti d’azienda che hanno sostituito il lavoro d’ufficio in favore di spazi collaborativi, dipendenti smartworkers che preferiscono usufruire di uno spazio di lavoro diverso dall’ambiente familiare, liberi professionisti che si affacciano per la prima volta al mondo del lavoro, ma anche imprenditori che decidono di collocare la sede della propria azienda in uno spazio collaborativo.
Pensi che la Versilia abbia le potenzialità per diventare luogo di coworking?
Sono convinto che la Versilia abbia delle grandi potenzialità.
La morfologia del suo territorio, diviso tra mare e montagna, permette un’ottima qualità della vita. L’idea di un coworking (o di una rete diffusa di coworking) potrebbe diversificare la vocazione di questo territorio. Soprattutto nella stagione estiva permetterebbe di conciliare relax, famiglia e lavoro. È necessario però investire su elementi strutturali. Penso innanzitutto alle reti di comunicazione e di collegamento.
Cosa non dovrebbe mai mancare in un coworking per funzionare al meglio?
Gli ambienti di coworking che funzionano meglio sono quelli con una bella estetica e dotati di aree che permettano la socializzazione.
Oltre a questi non devono mancare i servizi tecnici e gli spazi devono essere funzionali.
Altro punto focale che rende il coworking diverso da un business center è l’idea di comunità. Entrare a far parte di un coworking significa avere accesso, oltre che alla propria postazione, ad un gruppo con il quale soddisfare la propria socialità tramite la partecipazione a eventi e attività, oppure il semplice incontro e confronto con altri professionisti (anche se non dello stesso settore).